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Lo stile negoziale di Trump è stato ribattezzato TACO (Trump always chickens out). Il Presidente non brilla per autoironia e non gli è piaciuto. Ha quindi assunto di nuovo toni duri con la Cina, mentre si comincia anche a parlare di guerra sui capitali. Quali prospettive per il mercato in un contesto che potrebbe diventare anche più incerto?

I mercati sono molto difficili da prevedere perché troppe variabili entrano in gioco. Chi li osserva regolarmente nota però una costante: quando tutti sono d'accordo su una cosa, il mercato tende a fare l'opposto. Si tratta di una coincidenza? In realtà no. Un consenso troppo polarizzato altera la meccanica stessa con cui i prezzi si muovono.

Questa settimana negli Stati Uniti è stato approvato il Big, Beautiful Bill. Si stima che il suo costo possa variare tra i 3300 e i 5300 miliardi nei prossimi 10 anni. Per rendere sostenibile questo debito è necessario che l'economia cresca. Questo rende meno credibili le minacce di dazi al 50% per l'Europa.

Uno degli sviluppi più delicati di questi giorni per i mercati globali è la risalita dei rendimenti giapponesi. Il Giappone mostra una situazione monetarie e fiscale molto difficile. Il grande ammontare di debito riduce l'autonomia della banca centrale nel fissare la politica monetaria.

Wall Street torna in positivo grazie a de-escalation della guerra commerciale e a un rinnovato impulso sul tema AI. Si parla di tagli alle tasse che piacciono ai mercati ma potrebbero compromettere ulteriormente la posizione debitoria.

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